Filippo Lattanzi

BlogInterview

Interview

“Quello che a voi oggi sembra impossibile, un giorno, qualcuno potrebbe trovare un modo per rappresentarlo”…

No, non sono presuntuoso – o forse un po’ sì – certamente non amo i compromessi e non mi arrendo facilmente, accontentandomi di soluzioni che non mi convincono.

E la frase di Xenakis, ascoltata a Parigi, in risposta ad un allievo che gli chiedeva il motivo per cui avesse concepito Rebonds con punti talmente difficili da farne apparire quasi impossibile l’esecuzione, accompagna tutt’ora la mia ricerca e la sperimentazione di soluzioni tecniche come questa che ora guida la mia interpretazione.  


In molti sostengono, anche giustamente, che la Musica sia espressione di un concetto matematico, come avviene, ad esempio, nella musica di Xenakis. Credo però che questo concetto non debba essere frainteso e che, se assunto in senso restrittivo, ignorandone la straordinaria mobilità, potrebbe generare grossi malintesi. La Musica, per quanto possa essere concepita o venire codificata, come la matematica non vive se imprigionata in uno schema. Nel profondo rispetto del compositore, la Musica esige dall’interprete proprio la capacità di superarne lo schema, per liberarne l’essenza: un’essenza diversa in ogni interpretazione eppure intimamente legata a chi l’ha concepita.

Che si tratti di Bach, Beethoven o Xenakis, la sfida che ci compete è quella di ricrearla costantemente questa Musica, di andare “oltre le righe” tenendole assolutamente ben presenti, perché in quegli interstizi possa realizzarsi l’incontro fra chi l’ha scritta, l’anima di chi la interpreta e il suo destinatario, da non dimenticare, con tutto quanto gli sta intorno, in termini di tempo e spazio, poiché non sarà mai la stessa Musica se la si ascolta in una concert hall piuttosto che sotto il muro di Berlino mentre lo si demolisce.


E adesso veniamo alle bacchette.
Rebonds eseguito con due bacchette non mi ha mai convinto! Ogni volta che ho suonato il brano “obbligato” da questo approccio, con o per altri musicisti, ho sempre visto riflessa nei loro volti la mia stessa difficoltà. Non riuscivano, in alcuni punti, a seguire la partitura, in quanto il risultato ritmico percepito, risultava incoerente con quanto scritto.

In realtà, fin da quando ho deciso di affrontare questo brano, mi è sembrato chiaro che dovesse essere eseguito con quattro bacchette. Sperimentandolo, il fraseggio su tom e wood blocks mi è piaciuto subito, e mi sarebbe piaciuto mantenere quest’idea interpretativa, ma forse all’inizio mi mancava la lucidità per sperimentala sino in fondo.

Con questi obiettivi in mente, ho cercato di rendere le due linee melodiche affidandole alle due mani in modo indipendente, cercando una coerenza che allo stesso tempo rispettasse la partitura.

In genere, per quanto possibile, cerco di scegliere la diteggiatura non lasciandomi influenzare dalle difficoltà tecniche. Per questo motivo ho dovuto sperimentarne di nuove. Ho adottato una “pseudo” Musser con l’aggiunta della “push and pull” già utilizzata sul tamburo. Questo approccio mi è stato utile per poter eseguire i gruppetti in modo indipendente con le due mani, per cercare di ottenere rulli sufficientemente omogenei con una sola mano e poter eseguire la parte finale come concepita da Xenakis.

Le versioni che ho ascoltato finora, compresa la mia, sono sempre risultate dei compromessi poco convincenti che, lo ammetto, non mi hanno mai completamente soddisfatto. E questo ha spinto avanti la ricerca.

Si intuisce, sin dal primo sguardo alla partitura, che il brano è stato concepito per essere eseguito a quattro bacchette. Lo si capisce fin dall’inizio in Rebonds a. E poi, più chiaramente, dalla sovrapposizione delle due linee “melodiche” indipendenti nella parte “b” che, in alcuni punti, appaiono in tre articolazioni quasi simultanee che sarebbe impossibile eseguire con due bacchette.
Le frasi melodiche sui blocchi di legno difatti ne sono un esempio.

“Quello che a voi oggi sembra impossibile, un giorno, qualcuno, potrebbe trovare un modo per rappresentarlo”. Non so se questa soluzione corrisponda l’indicazione del maestro.
È una risposta a cui non ho mai smesso di pensare che non voglio riporre nel cassetto. Mi ha spinto a sperimentare nuove soluzioni e a non accontentarmi: un punto cardinale per affrontare la vita con determinazione ed entusiasmo.

Così oggi è questa la mia idea di Rebonds b!

Back to top
a

Lorem ipsum dolor sit amet Lorem Ipsum.
lorem quis bibendum aucto Lorem ipsum dolor
um aucto Lorem ipsum